L’ansia è uno stato emotivo positivo e/o negativo. Esistono due tipi di ansia, l’ansia fisiologica e l’ansia patologica.
L’ansia fisiologica è quell’ansia che permette all’individuo di attivarsi per raggiungere un obiettivo. Ha la caratteristica di essere di breve durata, spinge la persona a mettersi in movimento per raggiunge i propri scopi, non è invalidante. Possiamo pensare, ad esempio, ad una persona che deve sostenere un intervento ad una conferenza. Questa persona potrebbe provare un po’di ansia al pensiero di parlare di fronte ad un pubblico, ma ciò potrebbe essere un aiuto invece che un ostacolo. L’ansia provata potrebbe attivare la persona in modo che si prepari correttamente per l’evento studiandosi bene l’argomento e preparando un’esposizione chiara e puntuale così da raggiungere con successo l’obiettivo. Questo è un semplice esempio di come l’ansia può assumere una connotazione positiva. Quando invece assume una connotazione francamente negativa presentandosi come ansia patologica? Ciò avviene quando si associa a uno stato di allerta nei confronti del mondo esterno e si manifesta con reazioni esagerate rispetto alla reale situazione. Questo stato emotivo coinvolge non solo la persona che lo sperimenta, ma anche chi la circonda.
I sintomi presentati si suddividono in:
FISICI: tremore, sudore, palpitazione, aumento della frequenza cardiaca, vertigini, nausea, formicolii alle estremità e intorno alla bocca, derealizzazione (sensazione che il mondo che mi circonda non sia reale) e depersonalizzazione (sensazione di estraneità dal proprio corpo)
COGNITIVI: vuoto mentale e confusione, costante sensazione di allarme e di essere in pericolo, immagini, ricordi e pensieri negativi, sensazione di essere osservati e di essere al centro dell’attenzione, insonnia.
COMPORTAMENTALI: esplorazione dell’ambiente per cercare rassicurazioni e vie di fuga, farsi accompagnare e non rimanere soli, assumere un comportamento di sottomissione, evitare luoghi e situazioni